Attribuzione a Giulio dal Moro del sovrapporta in stucco con lo stemma del doge Marcantonio Memmo

 

 

 

 

 

 

 

 

Per completare il quadro dei lavori compiuti da Giulio dal Moro in palazzo Ducale devo ricordare anche il già citato stemma del doge Marcantonio Memmo fra due allegorie della sovrapporta della Sala degli Scudieri (1613).

E' questa una nuova attribuzione a cui sono pervenuto sulla scorta della scrittura del pagamento corrisposto a Giulio dal Moro, pubblicata dal Ludwig (1911) (1), ma che non è mai stata collegata a questa sovrapporta, pur essendo chiaro nel documento il riferimento all'opera in stucco e alla sua collocazione sulla "..porta dell'andedo che passa in Sala de S. Serenità..", cioè la sala degli Scudieri, oggi parzialmente ristrutturata (2).

La certezza attributiva di quest'opera mi ha indotto ad una indagine più accurata di alcuni lavori in stucco di Palazzo Ducale, che mi ha portato al riconoscimento della stessa mano di Giulio per la volta della sala degli Stucchi, di cui si è già detto, ed anche per il lavoro in stucco del cimiero del camino della sala del Collegio.

 

 

note:

1) G. LUDWIG, Archivalische..., cit., pp. 118-119; nel terzo di questi pagamenti si parla anche di opere pittoriche di cui oggi non si ha più notizia.

2) E' interessante la allegoria di destra che mostra sul capo il motivo-firma della piramidina che l'artista poneva spesso nelle sue figure allegoriche, che qui contrassegna l'allegoria della "Gloria e Buon Governo del Principe" e che ho rinvenuto soltanto in lavori di palazzo Ducale, credo, appunto per il suo significato celebrativo (cfr. G.Z. CASTELLINI, Della più che novissima..., cit., p.247). La si può notare anche nel cimiero della sala del Collegio sulle allegorie della "Pace" e della "Fedeltà" e anche su due figure della volta della sala degli Stucchi e in una testa chiave di volta della porta da mar di palazzo Barbarigo in canal grande di fronte a San Stae.