La parete sud della sacrestia è interamente occupata da questo splendido altare della Madonna del Carmelo. Non essendoci la mensa, sarebbe forse più opportuno definirlo monumento all'intervento salvificante della Madonna a favore delle anime del purgatorio.
Due alte colonne corinzie di marmo[1] tripartiscono la parete e spingono sino al soffitto una possente ed elaborata trabeazione[2].
Una delle due lampade marmoreee ai lati dell'altare
delle anime
Al loro interno lo spazio
architettonico è diviso in modo che con immediata evidenza si percepisca la
centralità del ruolo della Madonna, posta fra le anime del Purgatorio ed il
Cielo, rappresentato dall'abbacinante fonte di luce della vetrata.
Uno spazio architettonico occupato in basso dalla monumentalità piramidale della materia scolpita, densa e pesante nella base in pietra d'Istria dei corpi delle anime fluttuanti, e via via più leggera e sospesa nelle bianche vesti della Madonna, sino al trapasso nell'inconsistenza materica dello spazio fatto di sola luce e di aerea trasparenza.
Su una grande urna di reliquie di santi martiri[3], è seduta la Vergine in tenero colloquio con il Bambino, mentre dei putti sopra di lei reggono un cartiglio in metallo con la scritta: IANVA COELI, Porta del Cielo, ed all'intorno tre angeli, modellati a tutto tondo, si adoperano per salvare le anime dal fuoco del pur-gatorio.
Bisogna ricordare che questa statua costituisce l'esempio che sarà imitato dallo stesso Torretti per la Beata Vergine dell'Umiltà della Cappella Manin di Udine, scolpita otto anni dopo, nel 1733[4]. Il confronto rivela l'identica posizione, lo stesso pieghettare del panneggio, con un vantaggio per questa di Passariano, che mostra una maggiore spinta ed una raccolta levità delle forme più armoniose e piene.
L'iconografia mariana della Madonna del Carmelo prevede che alle dita della mano destra sia appeso lo scapolare[5], a simboleggiare la promessa di salvare dalle pene del purgatorio chiunque l'avesse indossato[6].Madre Regina delle Anime è il significato delle tre lettere M R A, Mater Regina Animarum, poste al centro della grande vetrata a raggiera.
Ai lati, due stilizzate fiaccole in marmo, elegantissime e di notevoli dimensioni[7], completano l'apparato iconografico di questo altare cui compete, nell'insieme della sacrestia, il compito di catturare per primo l'attenzione del visitatore. La singolarità ed il realismo di quei corpi fluttuanti fra le fiamme, modellati con raffinatezza nelle patetiche espressioni dei volti, il vuoto luminoso, irreale della vetrata, l'imponenza dell'ideazione architettonica, vera macchina scenografica al servizio e all'esaltazione della grazia mariana, sono un esempio di come un artista interpreti il sentire estetico del gusto rococò.
Le sculture risultano pagate nel luglio del 1725 (App. doc. XVIII e c. 120r).
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[1] Mandola da Verona (App. Doc XVIII).
[2] Vedi il monumento a Baldassare Coscia (1424) di Donatello e Michelozzo, inserito fra due colonne all'interno del duomo di Firenze.
[3] In quest'urna, dietro una protezione sagomata a sbalzo, sono custodite numerose reliquie.
[4] P. GOI, Giuseppe Torretti &,cit., pp. 23-29.
[5] Come si è scritto nel capitolo dell'altar maggiore, si tratta di due pezzetti di stoffa con immagine sacra, con il tempo sempre più ridotti di dimensioni, uniti da due nastri, che erano indossati in modo che un pezzetto poggiasse sul petto e l'altro sul dorso, simulando così quella parte caratteristica dell'abito monacale consistente in una lunga pezza di stoffa, con un'apertura per il passaggio del capo.
[6] Papa Giovanni XXII, fu l'autore della bolla sabbatina "che sanziona il privilegio per chi indossa lo scapolare di essere liberati dalle fiamme del Purgatorio il sabato seguente alla morte" (A. NIERO, La chiesa dei Carmini, Venezia 1965, pp. 39 e 40). Di altari delle Anime Purganti, scrive il Goi, (GOI, Il Seicento &, cit., p. 200). A Udine, nella chiesa di S. Giacomo, si può vedere l'altare delle anime, con la pala pittorica della Madonna del Carmelo e le anime purganti. L'insieme si completa con un piccolo rilievo scolpito nel paliotto con le anime fluttuanti fra le lingue di fuoco del purgatorio. Anche a Venezia, una tela con simile soggetto nella chiesa dei Carmini, con i noti santi legati al culto di questa Madonna (cfr. il capitolo dell'altar maggiore).
[7] In quella di sinistra sulla base ottagonale si legge: RELIQ.AE SANC.AE, mentre in quella di destra SANCT. RELIQVIE