SCHEDA CATALOGO OPERE SCULTURA E ARCHITETTURA

Numero Catalogo S4 - S5 pagg.78-81
Foto
Data 1585/1590
Titolo

La Fede

La Speranza

Ubicazione Venezia, chiesa di san Felice. Le statue sono poste in due nicchie ai lati dell'altar maggiore, rispettivamente la "Fede" in quella di sinistra e la "Speranza" in quella a destra.
Materia Pietra d'Istria.
Misure 125 cm.
Iscrizioni Su entrambe le basi si legge la firma dell'artista: IVLII MAVRI OPVS
Stato di conservazione Discreto: leggero strato di polvere oramai sedimentata, qualche piccola abrasione.
Descrizione

La "Fede", con le braccia conserte al petto, non è molto dissimile dalla "Speranza", a parte qualche variazione nelle pieghe del panneggio, e mostra la identica positura della stessa Virtù del monumento venier di Jacopo Sansovino nella chiesa di san Salvador. La "Speranza" si presenta come figura femminile e con le mani giunte protese in avanti. Così il Castellini descrive la "Speranza divina e certa." Una veste ampia e trasparente ricopre tutta la figura "come lunghe e trasparenti sono le speranze, da cui si intravede il desiderio" (...) "le mani giunte verso il cielo, e gli occhi alzati." (Castellini, 1669, pagg. 590-591). E sul davanti spicca sporgente un nodo, una specie di rosa.

Notizie storico-critiche Per la vicenda e la datazione cfr. Cat. S1. Queste due statue rappresentano, a mio avviso, l'archetipo scultoreo di una serie di lavori che si ripeteranno altre volte, e che, pur sviluppandosi in forme diverse, codificheranno alcuni stilemi di base, che resteranno inalterati. Su di essi si formerà quel genere di produzione che sarà utilizzata per l'arredo artistico degli altari e che, con livelli qualitativi più modesti, si affiancherà alla produzione più prestigiosa dell'artista. Le due statue ci mostrano con evidenza la vicinanza stilistica con i lavori in bronzo dello stesso altare (cfr. Catt. S1 S2 S3) così che anche per loro risulta calzante l'aggancio con un modello come la statua della "Fede" del monumento Venier di Jacopo Sansovino di cui si è detto sopra. Da questo maestro il Dal Moro trae ispirazione e suggestioni. Ma sarà il Vittoria a suggerire più da vicino al nostro artista quegli elementi di linguaggio che gli consentiranno la realizzazione dell'opera. E' possibile allora accostare le due statue, nonostante il loro modesto livello qualitativo di cui si è detto, alle stupende statue di "Santa Caterina" e del profeta "Daniele" dell'altare della Scuola dei Merciai della chiesa di san Giuliano, opere del maestro trentino scolpite nel 1583-1584 (cfr. Cessi, 1962, pagg.461 e 462, tavv. 9 e 10). La differenza qualitativa è notevole, ma il suggerimento, sopratutto nella resa delle superfici del panneggio e nei tratti fisionomici del volto, resteranno patrimonio fondamentale del nostro artista che, per i lavori più importanti, saprà comunque farne un uso personale.
Bibliografia Stringa, 1604, pag.140b; Martinioni, 1663, pag.147; Pacifico, 1697, pag.315; Cicognara, 1824, pag.291; Selvatico, 1847, pagg.404-405; Zanotto, 1856, pag.364; Lorenzetti, 1926, pag.414
Referenze fotografiche dell'autore.
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